In questo breve focus, ci concentreremo sui più recenti aspetti innovativi derivanti dal processo digitale nel settore del Facility Management (FM).

Nell'anno appena concluso, abbiamo testimoniato un significativo potenziamento degli strumenti legislativi volti a legittimare e promuovere il processo digitale. Con l'emanazione e l'entrata in vigore da luglio della legge n. 36, che ha rivisto il codice degli appalti pubblici, si è consolidato e definito l'impiego del Building Information Modeling (BIM) in tali contesti con l'obiettivo di raggiungere una completa adozione entro il prossimo anno.

Precedentemente, abbiamo analizzato in dettaglio le metodologie e i flussi operativi legati al processo digitale di progettazione e costruzione degli edifici. Come evidenziato, i modelli digitali federati, progettati specificamente per la gestione dei dati, si rivelano fondamentali per il flusso informativo delle piattaforme di FM.

Per piattaforme FM, intendiamo applicazioni software modulari basate su database, orientate al mantenimento efficiente degli immobili coinvolgendo tutti gli attori interessati. Queste applicazioni, prevalentemente basate su cloud, sono dotate di interfacce o plugin capaci di leggere dati dai modelli digitali e organizzarli in database relazionali tipici dei Computerized Maintenance Management System (CMMS).

Per chi non è esperto nel settore, i CMMS costituiscono gli spazi operativi in cui diversi soggetti coinvolti nel processo di manutenzione degli edifici svolgono le proprie attività. L'impiego di modelli 3D avanzati, insieme alle consuete planimetrie grafiche, ottimizza il processo di acquisizione e aggiornamento delle informazioni riducendo al minimo i margini di errore grazie alla raccolta automatica dei dati.

Le norme di standardizzazione del processo digitale nel settore delle costruzioni risultano più dettagliate nelle legislazioni europee rispetto a quelle italiane. Tali normative europee delineano flussi operativi sia per la progettazione che per la costruzione degli edifici, includendo altresì la gestione manutentiva. Pertanto, le norme UNI 11337 italiane, pur offrendo definizioni e classificazioni, non contemplano procedure operative specifiche per quanto riguarda l'aspetto manutentivo. In altri Paesi europei, come nel caso delle normative britanniche PAS 1192, si pone particolare enfasi sulla fase 7D, focalizzata sull'Asset Information Model (AIM).

L' AIM rappresenta l'insieme delle informazioni del modello digitale, trasferite al database relazionale alla base del registro degli interventi manutentivi. L'organizzazione delle informazioni durante la concezione dell'opera viene quindi riadattata per mantenere una struttura informativa coerente ed efficace.

DATO DIGITALE E DATO DIGITATO

Dopo l'approvazione della direttiva europea EUPPD nel 2014, orientata verso l'adozione progressiva della metodologia digitale negli appalti pubblici, diversi Paesi dell'Europa centrale e settentrionale, tra cui Austria, Germania, Ungheria, Belgio, Danimarca, Norvegia e Svezia, hanno avviato iniziative pilota per implementare le nuove pratiche digitali.

Tali iniziative coinvolgevano istituzioni, professionisti e istituzioni accademiche locali, mirando principalmente alla digitalizzazione del patrimonio pubblico preesistente. La finalità era ottimizzare la gestione della riqualificazione e della manutenzione, istituendo uno standard metodologico volto a massimizzare l'utilizzo dei dati iniziali, di natura progettuale. Tale ottimizzazione avrebbe dovuto avvenire una volta che questi dati fossero stati convalidati dalla fase di realizzazione, trasformandoli efficacemente in informazioni utili per la manutenzione.

In Italia, si è adottato un approccio simile, con l'Agenzia del Demanio in posizione di leadership nella definizione di procedure operative e nell'emanazione di bandi di gara continui finalizzati al recupero del patrimonio pubblico attraverso l'implementazione di metodologie BIM. Un progresso di rilievo è stato compiuto nell'assimilazione delle norme ISO 19650, con particolare enfasi sulla parte 3, la quale delinea schemi organizzativi dei modelli per facilitare l'aspetto manutentivo.

Piattaforme di Facility Management hanno sviluppato interfacce di connessione basate sulla lettura e gestione dei dati presenti nei modelli BIM da diversi anni. Queste interfacce interagiscono con il formato di file proprietario del modellatore BIM più ampiamente utilizzato, ossia Autodesk Revit. Tuttavia, proposte simili di connessione tra soluzioni informatiche per il Facility Management e modelli BIM da parte di altri fornitori non hanno goduto di una diffusione significativa. Questo fenomeno è attribuibile in parte ai risultati limitati di tali proposte e, soprattutto, alla scarsa diffusione e produzione di modelli BIM nel complesso.

La dinamica attuale sta assistendo a significativi sviluppi con l'emergere di formati aperti e l'ampio utilizzo di ambienti di condivisione dei modelli BIM nelle commesse. Tale evoluzione ha indotto un cambio metodologico nel settore del Facility Management, caratterizzato da un crescente impegno nel collegare le piattaforme gestionali non solo con l'ambiente di progettazione BIM, ma soprattutto con l'ambiente di coordinamento BIM, dove il dato finale si configura sotto forma di IFC (Industry Foundation Classes). Questo costituisce il punto di partenza per configurare il processo, attingendo al database preesistente di asset associati agli oggetti degli edifici. Tale approccio mira a pianificare manutenzioni programmate e gestire gli interventi correttivi in caso di guasti.

Fino a oggi, la sfida predominante era concentrata sull'input, ossia sulla costruzione del database grafico e informativo integrando informazioni provenienti dai file di modelli BIM e dalle planimetrie dei file CAD. Anche lo sviluppo delle piattaforme collaborative (CDE), diventate modulari, ha portato all'integrazione diretta del CMMS in esse. Attualmente, ci troviamo ancora in una fase prototipale, ma è evidente che il mercato si sta dirigendo in questa direzione, aprendo la possibilità di implementare applicazioni più agili basate sulla tecnologia cloud. Tali applicazioni consentirebbero la visualizzazione in tempo reale degli oggetti caricati dal database e offrirebbero un'interfaccia intuitiva agli operatori di settore.

Questa doppia sfida, iniziata nei recenti tre anni, implica un graduale abbandono dei formati proprietari tradizionalmente utilizzati nell'ambito progettuale. Una volta completata la realizzazione dell'opera, diventa di fondamentale importanza sviluppare un'interfaccia grafica dinamica in grado di caricare rapidamente i dati mediante l'utilizzo di widget. Questi, dovrebbero consentire l'apertura di form dinamici e cruscotti di monitoraggio direttamente all'interno delle visualizzazioni tridimensionali BI tematiche.

Tale approccio facilita la compilazione, la lettura e la gestione agevole per coloro che sono coinvolti nella richiesta o fornitura di servizi di manutenzione, anche se non possiedono competenze specifiche in modellazione digitale

UTILIZZO DEI DIGITAL TWIN

Screenshot 2024 01 08 121135Da qualche tempo, il settore AECO (Architecture, Engineering, Construction, and Operations), che coinvolge aziende e professionisti legati alla gestione e manutenzione di edifici e infrastrutture, ha visto un significativo cambiamento.

L'acronimo AEC, storicamente noto, ha aggiunto il termine "Operation", evidenziando un maggiore focus sulle attività manutentive già durante le fasi di progettazione e creazione del modello digitale. Il mercato ha risposto con l'introduzione di prodotti ibridi che combinano diverse funzioni, sfruttando i vantaggi dei database su cloud e i metodi di calcolo legati alle analisi dei consumi e alle prestazioni energetiche.

Un esempio di questa innovazione è la nuova piattaforma Autodesk Tandem, estremamente flessibile, che consente di generare diversi tipi di strumenti, dall'applicazione gestionale, sia Desktop che per dispositivi mobili, fino al database gestito tra server diversi.

C'è un'estensione dell'uso del Common Data Environment (CDE) dalla gestione del solo processo costruttivo alla gestione dell'edificio stesso. Questo approccio non si limita a considerare gli oggetti BIM come semplici asset con dati associati, ma analizza il loro ruolo all'interno di un sistema dinamico. Esso tiene conto non solo dei dati tecnologici degli oggetti BIM ma include anche un'analisi delle zone termiche, considerando i carichi termici e gli andamenti giornalieri di consumo di aria, acqua ed energia.

Si osserva una fusione tra funzioni tipiche di Autodesk Insight e dati ambientali provenienti dai server cloud di Autodesk, con lo studio delle performance energetiche degli edifici e il monitoraggio attraverso logiche IoT. Questo coinvolge il digital twin federato, fruito in formati 3D leggeri per la navigazione, la revisione e il coordinamento dei modelli digitali multidisciplinari. 

Screenshot 2024 01 08 121151Le attività sui modelli sono migliorate in modo significativo rispetto all'uso di ambienti proprietari di modellazione.

Tuttavia, potrebbe sorgere una sfida nella gestione dei facility di edifici singoli, a meno che non venga implementata una gestione di progetto globale che comprenda il caricamento di più modelli riferiti a una specifica gestione patrimoniale. Autodesk Construction Cloud offre la possibilità di confrontare più versioni dello stesso modello o di altri modelli, offrendo un'alternativa alle tradizionali pratiche di gestione CMMS. Nel futuro, si prevede che l'integrazione tra CMMS dedicato e piattaforme come Autodesk Tandem, che favoriscono l'interoperabilità di formati digitali, diventerà sempre più comune.

CONCLUSIONI 

Quanto appena delineato non rappresenta ancora lo stato dell'arte nel settore, ma riflette strategie implementate da aziende informatiche che propongono soluzioni innovative, integrando tecnologie già ampiamente sperimentate e in crescente uso. Queste strategie coinvolgono le piattaforme collaborative nel contesto digitale e saranno il mercato delle costruzioni e del Facility Management (F.M.) a metterle alla prova, contribuendo a migliorarne le prestazioni e ad aumentarne la diffusione.

 

A cura di Arch. Luca Talucci | BIM Expert Descor

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