Attraverso il Piano Nazionale Transizione 4.0 il MISE propone crediti d’imposta per stimolare gli investimenti alle aziende presenti sul territorio nazionale ma, con la fine del 2022, per gli incentivi del Piano ci aspettiamo alcune novità.
In attesa della Legge di Bilancio 2023, in base alla disciplina attuale, avremo bonus non più ammissibili e altri che vedranno ridotte le aliquote agevolative. In questo articolo vedremo come poter sfruttare il credito d'imposta per i beni immateriali 4.0, un’interessante opportunità che rende economicamente più sostenibile i progetti finalizzati all’innovazione e all’ottimizzazione dei sistemi informativi aziendali.
Novità: maggiorazione del credito di imposta per investimenti in beni immateriali 4.0
Col Decreto Aiuti, approvato il 2 maggio 2022 dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale come Decreto-Legge 17 maggio 2022, n. 50, poi convertito nella Legge 15 luglio 2022, n. 91, vengono definite le aliquote per investimenti in beni immateriale 4.0 - ovvero software, sistemi, piattaforme e applicazioni per la gestione e il coordinamento della produzione con elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio, come la logistica di fabbrica e la manutenzione (quali ad esempio sistemi di comunicazione intra-fabbrica, bus di campo/fieldbus, sistemi SCADA, sistemi MES, sistemi CMMS, soluzioni innovative con caratteristiche riconducibili ai paradigmi dell’IoT e/o del cloud computing) - per i quali nel 2022, così come nel 2021, è prevista un’aliquota al 20%; per il 2023 è prevista una proroga ancora al 20%, mentre l’aliquota passerà al 15% per il 2024 e al 10% per il 2025.
Il Decreto Aiuti interviene sull’aliquota in vigore quest’anno, quella al 20%, alzandola al 50%: un aumento di due volte e mezzo che porta questo incentivo a superare l’aliquota prevista per i beni materiali, attualmente fissata al 40%.
Tempi e termini d'ammissibilità
La disposizione si applica agli investimenti entro 1.000.000€ effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2022, ovvero entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. Di fatto quindi si tratta di un intervento retroattivo che consentirà anche a chi ha acquistato software 4.0 nei primi mesi dell’anno di godere di questa super-aliquota.
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CASO A: INVESTIMENTO INFERIORE A 1.000.000 EURO
Nel 2022 l'impresa A ha sostenuto investimenti in beni immateriali strumentali nuovi 4.0 per un totale di 60.000€ e, grazie al Decreto Aiuti, gli viene riconosciuto un credito pari a 40.000€, nella misura del 50% anziché del 20%, contro i 12.000€ della precedente aliquota.
Ne consegue che l’impresa A ha un beneficio fiscale di 18.000 euro (30.000-12.000), corrispondente al 30% dell’investimento totale (60.000 euro).
CASO B: INVESTIMENTO SUPERIORE A 1.000.000 EURO
Nel 2022 l'impresa B ha sostenuto investimenti in beni immateriali strumentali nuovi 4.0 per un totale di 1.200.000€ e, grazie al Decreto Aiuti, gli viene riconosciuto un credito pari a 500.000€, nella misura del 50% anziché del 20%, contro i 200.000€ della precedente aliquota.
Ne consegue che l’impresa B ha un beneficio fiscale di 300.000 euro (500.000-200.000), corrispondente al 25% dell’investimento totale (1.200.000 euro).