Lo scorso gennaio Legambiente pubblica la XXII edizione di Ecosistema Scuola, ricerca annuale che fotografa la situazione dell’edilizia scolastica in Italia. Il report indaga 5616 edifici frequentati da oltre un milione di studenti – tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado – di 94 capoluoghi di provincia che hanno inviato i dati del 2021.

Ad emergere è la presenza di forti ritardi sulla messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici scolastici e la conferma del divario sistematico tra Nord, Centro e Sud Italia. Non è un caso che il 42,4% dei fondi messi a disposizione dal PNRR per l’edilizia scolastica, per arrivare ad avere istituti più sicuri, sostenibili ed innovativi, siano destinati al Mezzogiorno.

“Riteniamo utile che Ecosistema Scuola incroci la lettura delle evoluzioni che giungono dal campione della ricerca con la capacità delle risorse a disposizionea cominciare dai fondi PNRR, di far fare il passo in avanti al nostro patrimonio edilizio scolastico – si legge nella premessa del rapporto di Legambiente -. Consideriamo le missioni del Piano, compresa quella relativa a educazione e istruzione per cui si prevede un investimento di circa 17 miliardi, come insieme di condizioni interconnesse per il superamento dei divari territoriali. E per restituire qualità al futuro delle giovani generazioni”.

Divari territoriali, risorse ed esigenze di messa in sicurezza degli edifici

Se è vero che nel quinquennio 2017-2021 il 58,3% degli edifici scolastici nel territorio nazionale ha beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria, è anche vero che le amministrazioni del Sud dichiarano che il 36,8% delle scuole necessita ancora di interventi urgenti, dato che sale al 53,8% nelle Isole e al Nord al 23%. La media dei fondi stanziati per interventi di manutenzione straordinaria vede un incremento medio di circa 6mila euro per edificio (si passa da circa 28mila euro nel 2019 a circa 34mila euro nel 2021), sempre tuttavia dentro una forbice che vede il Centro-Nord un investimento mediamente superiore ai 35mila euro contro i 20mila del Sud e delle Isole.

Tra gli interventi di manutenzione, le indagini diagnostiche dei solai dovrebbero risultare prioritarie, considerato che il crollo degli stessi costituisce il più frequente fattore di rischio e di incidenti nelle scuole: ciononostante, sempre negli ultimi cinque anni, risultano effettuate solamente nel 30,4%, dato che scende al 18,8% nelle Isole. 

Relativamente alla messa in sicurezza sono stati invece realizzati interventi su appena il 12% degli immobili scolastici nazionali.

Viviamo un momento in cui la realtà non si può più ignorare: basti pensare che sui 5616 edifici oggetto dell’indagine 274 sono in zona sismica 1, di questi ben 199 si trovano in Comuni siciliani e dove solo 8 risultano costruiti in ottica antisismica, su 2 sono stati realizzati interventi di adeguamento sismico e solo su 111 è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica.

«Dai dati che ci ritornano dal campione oggetto della ricerca, il fabbisogno di interventi per le scuole dell’Italia meridionale è molto più consistente, riteniamo quindi che il parametro della distribuzione dei fondi in base alla popolazione scolastica e al GAP infrastrutturale non sia adeguato a svolgere il ruolo perequativo a cui sono destinati.»

Fonte: Ecosistema Scuola | Legambiente

Sostenibilità energetica del patrimonio scolastico italiano

Nonostante gli enti locali abbiano dichiarato interventi di miglioramento di impatto energetico nell’81% del proprio patrimonio immobiliare, solo nel 17% si tratta di edifici scolastici (dato che al Nord sale al 21,2% e che nelle Isole riguarda solamente il 5,8%). Le opere di miglioramento riguardano generalmente la sostituzione di caldaie, vetri e serramenti: interventi importanti ma che comunque, nella maggioranza dei casi, non hanno comportato il passaggio da una classe energetica inferiore ad una superiore.

Stando ad Ecosistema Scuola infatti, solamente il 4,2% degli edifici scolastici appartiene alla classe energetica A, con un buon 74,8% fermo nelle ultime tre classi.

Un risultato positivo si registra invece sulla presenza di impianti da energia rinnovabile: dal 2011 al 2021 gli edifici che li posseggono sono passati dal 12,4% al 21,8%. In questo campo vediamo il Sud Italia a fare da traino al resto del Paese con un 29,4% di presenza di FER, rispetto al 22,1% del Centro, 20,6% al Nord e 17% nelle Isole. Ciononostante, bisogna comunque considerare che se si proseguisse con questi tempi, avremmo bisogno di altri ottanta anni per vedere tutte le scuole alimentate con fonti rinnovabili. Quanto al tipo di rinnovabile invece, il 78,4% dei casi vede la presenza di impianti fotovoltaici, il 35,9% sono solari termici, il 2,9% a geotermia e lo 0,3% a biomassa.

Citando Legambiente, l’augurio è che «i 3,9 miliardi del PNRR destinati a 2.158 interventi siano orientati a un modello di riqualificazione complessiva e integrata degli edifici, che preveda anche processi di coprogettazione e partecipazione per dare vita a esperienze di innovazione e risposta alla povertà, come le comunità energetiche.».

I fondi PNRR per mense e palestre

Stando ad Ecosistema Scuola, le amministrazioni delle città capoluogo di provincia oggetto di studio dichiarano che una scuola su due è priva di impianti sportivi. Questi spazi, oltre ad essere quelli maggiormente aperti al pubblico, sono anche quelli con maggiori esigenze di manutenzione, tanto che un impianto su quattro ha bisogno di interventi urgenti. Alla scadenza del finanziamento previsto dal PNRR per nuove costruzioni o miglioramento di quelle esistenti sono pervenute circa 2800 domande, superando i 2,8 miliardi sui 300 milioni disponibili, con la Lombardia che fa da capofila per numero di candidature inviate.

Relativamente alla questione riqualificazione e costruzione di nuove mense, il quadro nazionale riporta che sono presenti mediamente in 3 scuole su 4 e dove:

  • Il Nord garantisce il servizio mensa in circa il 90% dei casi
  • Il Centro ricalca la media nazionale
  • Il Sud nel 56% dei casi
  • Le Isole poco più del 38%

Ciò si tramuta nell’esigenza, per i soli capoluoghi di provincia oggetto d’indagine e considerando una mensa per immobile, di 1300 nuovi spazi; ciononostante solo 600 edifici scolastici sono risultati idonei nella prima fase del finanziamento. Anche in questo caso, sui 400 milioni previsti dal PNRR, il totale supera i 580 milioni.

I servizi scolastici nel post pandemia: più trasporti pubblici e gratuiti, più mobilità sostenibile, più accesso universale ai servizi scolastici

La ricerca di Legambiente, sempre con dati riferiti al 2021 e grazie ai fondi Covid, evidenzia un passo in avanti nei servizi:

  • Il 62,5% dei Comuni ha adottato misure speciali per il trasporto scolastico, il 32,5% offre la possibilità di usufruirne gratuitamente, il 40,3% incrementa il trasporto pubblico destinato alle scuole
  • Quasi il 18% delle scuole ha visto l’incremento di piste ciclabili
  • Si vede un importante coinvolgimento del volontariato per garantire pratiche quali pedibus (72,5%) e bicibus (33,3%)
  • Quasi tutti i Comuni garantiscono l’accesso al servizio mensa per famiglie a basso reddito: nelle Isole la gratuità spetta al 27,4% dei beneficiari, mentre al Centro-Nord si hanno percentuali inferiori al 10%

Questi dati ci fanno ben sperare, tenendo presente che negli anni il servizio pubblico scolastico ha visto una costante diminuzione.

Le 10 proposte di Legambiente con Ecosistema Scuola

A fronte di quanto affrontato finora, Legambiente propone una serie di misure per raggiungere il superamento dei divari territoriali e un generale miglioramento nell'edilizia scolastica italiana. Vediamoli insieme:

  1. Rendere pubbliche le condizioni e le entità dei fabbisogni degli edifici che emergono dall’anagrafe scolastica
  2. Individuare modalità alternative di affidamento dei fondi rispetto ai bandi e dare supporto tecnico e amministrativo agli enti locali che faticano a progettare interventi e gestire cantieri
  3. Rivedere i parametri di ripartizione dei fondi, orientando maggiori investimenti verso i territori soggetti a svantaggi socio-ambientali e con gap infrastrutturale
  4. Inaugurare una generazione di scuole sostenibili e innovative nelle periferie sociali, costruite secondo i criteri della bioedilizia, aperte al territorio e dotate di servizi integrati
  5. Procedere attraverso i fondi del PNRR a messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici scolastici, intervenendo prioritariamente sull’adeguamento sismico e sulle rinnovabili, per ridurre i consumi almeno del 50%
  6. Incentivare la costituzione di comunità energetiche rinnovabili e solidali nelle scuole, anche come misura di contrasto alle povertà
  7. Promuovere la figura del mobility manager scolastico e sostenere piani di mobilità partecipata, con trasporto pubblico scolastico, pratiche di mobilità ecosostenibile (pedibus, bicibus, ecc.), piste ciclabili in prossimità delle scuole e percorsi protetti
  8. Utilizzare i fondi europei per formare classi meno numerose e per realizzare nuovi spazi educativi anche all’aperto, che consentano una didattica laboratoriale, favoriscano le attività sportive e diventino luoghi di riferimento anche in orario extrascolastico
  9. Attivare processi di amministrazione condivisa sulla base di patti educativi di comunità, allo scopo di rigenerare gli spazi scolastici e migliorare le attività
  10. Definire il sistema complessivo dei servizi essenziali di prestazione per l’istruzione e procedere al suo progressivo finanziamento

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