Nel settore dell'Operation Management (OM) non sempre è necessario rappresentare graficamente la forma e l'ubicazione degli elementi oggetto di manutenzione, poiché gli strumenti primari per gestirli in un sistema di gestione sono i codici identificativi, su cui si basa l'intera struttura informativa e operativa.
Strategie per una migliore definizione di modello digitale finalizzato all'OM
Nel settore dell'Operation Management (OM) non sempre è necessario rappresentare graficamente la forma e l'ubicazione degli elementi oggetto di manutenzione, poiché gli strumenti primari per gestirli in un sistema di gestione sono i codici identificativi, su cui si basa l'intera struttura informativa e operativa. Quanto più efficace è la strutturazione del database, e la sua capacità di descrivere le informazioni, ossia quanto più sono "parlanti" i codici adottati, tanto più è ottimizzato il processo di gestione.
L'uso del dato graficizzato diventa necessario quando la complessità dell'edificio, indipendentemente dal suo utilizzo, sia esso residenziale o produttivo, lo richiede. Pertanto, la rappresentazione grafica degli asset viene principalmente effettuata per consentire una rapida consultazione visiva, attraverso layout planimetrici che rappresentano il patrimonio da gestire su macro scala (aree esterne, parcheggi, aree di stoccaggio, transito, ecc.) e su micro scala (piante di piano di un edificio con descrizione ubicativa degli asset). Questo consente di generare query che visualizzano gli asset di un edificio o di un insieme di edifici facenti parte di un patrimonio immobiliare di un ente pubblico o privato. In generale, questi sistemi così strutturati prendono il nome di CMMS (Computerized Maintenance Management System).
In generale, la struttura principale di questi sistemi è costituita dall'archivio documentale e dalla possibilità di generare reportistica relativa alle varie operazioni gestionali, come lo storico degli interventi, i preventivi di costi e canoni manutentivi, che quantificano le attività manutentive da svolgere e la loro cadenza temporale, legate al mantenimento in efficienza degli impianti tecnologici, dei componenti costruttivi e delle dotazioni di un dato edificio. Inoltre, vi è tutto l'aspetto legato al monitoraggio dei consumi delle risorse, come riscaldamento, raffrescamento e approvvigionamento idrico, legati al benessere ambientale e alla loro previsione, alla gestione razionale degli spazi di lavoro e alla sicurezza nella fruizione degli stessi.
Pertanto, questi sistemi sono organizzati secondo un criterio di rappresentazione spaziale gerarchica: regione, città, sito gestito, edificio o edifici presenti, spazi esterni e piani. Lo spazio costruito adotta poi la logica del vano come unità minima di riferimento, utilizzata per identificare l'oggetto su cui intervenire o la superficie da classificare ai fini della destinazione d'uso, delle postazioni di lavoro, del personale che vi opera, delle pulizie degli spazi, etc.
Rappresentazione 2D o 3D purché Web
Data la mole di dati e la necessità di consultare, selezionare, estrapolare e comparare informazioni provenienti da uno o più edifici, come piante, asset, documenti associati e schede di intervento, l'architettura di sistema si basa su database ospitati su server di grande capacità, che non sono più fisici, poiché ormai inadeguati, ma virtuali. Questi server sono forniti da società che operano a livello internazionale e offrono spazio web e interfacce con API integrate tra loro, accessibili tramite utenze con specifiche limitazioni. Vengono adottati protocolli di sicurezza secondo procedure standardizzate, ma tutto avviene essenzialmente tramite tecnologia web.
La possibilità di integrare modelli virtuali digitali, concepiti essenzialmente aggregando oggetti 3D intelligenti e geolocalizzati, con la struttura informativa finora descritta, è diventata una prassi comune, con un trend di sviluppo e miglioramento in continua crescita. Questi modelli sono in grado di contenere la struttura informativa degli asset di uno o più edifici. Il metodo di ricerca logica rimane quello descritto all'inizio di questa trattazione, ossia basato sul codice dell'oggetto, che può essere conformato ai criteri esistenti. Tuttavia, le informazioni gestibili sono molto più numerose e possono essere acquisite e fornite al sistema dal modello digitale, in base alle esigenze informative dettate dalla clientela.
Vantaggi di una struttura di modello digitale federato
L'indubbio vantaggio è che il modello virtuale può essere scomposto in sotto-modelli disciplinari, ossia l'involucro spaziale architettonico costituito dai componenti edilizi come solai, tamponature, partizioni e, se utile ai fini manutentivi, anche gli elementi portanti. Inoltre, i modelli impiantistici (idrico, elettrico, termico) possono essere suddivisi, contenendo gli asset tecnologici necessari per l'Operation Management (OM), come i terminali d'impianto oggetto di manutenzione. Anche il modello topografico esterno può essere incluso, rappresentando aree soggette a manutenzione, come spazi verdi, parcheggi, superfici pavimentate, rete di illuminazione e impianti esterni.
Il modello si integra perfettamente con lo schema descrittivo bidimensionale, in cui le simbologie 2D sono registrate all'interno dei poligoni che rappresentano gli ambienti interni dell'edificio, ma lo migliora notevolmente! Infatti, offre non solo la visualizzazione in pianta, ma anche la visualizzazione in 3D, al punto che riportare l'intera rete impiantistica, come derivata dal progetto o da un rilievo puntuale, potrebbe aiutare a perfezionare il modello manutentivo. Questo permetterebbe di classificare anche gli elementi impiantistici soggetti a usura, frequente utilizzo e quindi sostituzione.
Il modello si adatta perfettamente allo schema descrittivo bidimensionale, in cui le simbologie 2D sono registrate all'interno dei poligoni che rappresentano gli ambienti interni dell'edificio, ma lo migliora notevolmente! Infatti, oltre alla visualizzazione in pianta, offre anche una visualizzazione in 3D. Questo consente una comprensione più completa e dettagliata degli spazi. Integrare l'intera rete impiantistica, derivata dal progetto o da un rilievo puntuale, potrebbe contribuire a perfezionare il modello manutentivo, permettendo di classificare gli elementi impiantistici soggetti a usura, frequente utilizzo e quindi sostituzione.
Nel caso di un modello BIM, gli asset sono contenuti sia nei locali, che rappresentano l'unità di volume logica della stanza o vano in cui è localizzato l'oggetto, sia in altri contenitori logici. Ad esempio, si possono utilizzare le aree, entità bidimensionali adoperate per la computazione delle sole superfici, particolarmente adatte agli spazi esterni. Un'altra possibilità sono le zone termiche, che sono volumi logici legati ai carichi termici e alle caratteristiche di riscaldamento e condizionamento degli ambienti interni di un edificio.
Opzione formato aperto digitale adottabile
In primo luogo, un modello digitale deve essere impostato con requisiti spaziali e informativi specifici. I requisiti spaziali riguardano la conformità delle nomenclature degli elementi di riferimento, come livelli, griglie, piani di riferimento e volumi che comprendono perfettamente gli interpiani tra pavimento e solaio, prestando attenzione a includere anche lo spazio tra controsoffitto e intradosso del solaio, che solitamente ospita gli asset impiantistici. I requisiti informativi, invece, riguardano gli attributi identificativi di piano e locale, che devono coincidere con tutti gli asset ad essi ascrivibili dal punto di vista spaziale.
Questi aspetti sono fondamentali per la gestione del modello BIM nel suo specifico contesto di BIM Authoring. Tuttavia, adottare un formato digitale aperto come l'IFC, più leggero e facilmente comparabile con altri modelli della stessa gestione patrimoniale tramite opportune interfacce, potrebbe rappresentare una soluzione più flessibile.
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Tuttavia, sorge il problema dell'aggiornamento e della modifica del modello, che vengono effettuati con il formato proprietario. Questo processo può comportare un allungamento dei tempi, poiché la generazione dei formati di esportazione e degli script necessari per filtrare gli oggetti proprietari del modello, che sono realmente utili ai fini manutentivi, può essere complesso e richiedere tempo. Ogni volta che il file e i file federati vengono modificati o rimodellati, è necessario riscrivere questi file e riesportarli in formato aperto, per poi ricaricarli nella piattaforma di gestione. Questo ciclo continuo di esportazione e ricaricamento può rallentare il processo di aggiornamento del modello e complicare la gestione complessiva.
Conclusioni
La sfida delle piattaforme di gestione Facility Management (FM) è da tempo quella di definire un'interfaccia software, nota come API, capace di leggere efficacemente le informazioni presenti nel modello e tradurle in codifiche e dati processabili all'interno del sistema di gestione CMMS (Computerized Maintenance Management System). Questa API deve integrarsi flessibilmente con le esigenze di rapida interrogazione dei dati provenienti da più modelli digitali contemporaneamente, garantendo così una gestione efficiente e coerente delle informazioni.
A cura di Arch. Luca Talucci | BIM Manager Descor