Abbiamo già discusso dei sistemi di classificazione in precedenti articoli, ma è fondamentale ribadire il loro ruolo cruciale nel workflow BIM (Building Information Modeling) poiché garantiscono l'individuazione precisa dei requisiti e delle caratteristiche prestazionali e produttive degli elementi di un progetto, descrivendoli in modo chiaro e dettagliato in base a specifiche caratteristiche e requisiti produttivi.

Tutti i principali sistemi di classificazione si basano sulla norma ISO 12006, che definisce una struttura gerarchica per organizzare gli elementi e gli spazi di un edificio. Questa struttura parte dal livello più alto, come un complesso di edifici, e arriva fino ai singoli componenti, come una vite in un pannello prefabbricato, utilizzando prefissi progressivi che identificano prima l'entità spaziale (edificio o locale) e poi i suoi componenti costruttivi e impiantistici.

Più di una semplice identificazione

Un sistema di classificazione, tuttavia, non si limita alla semplice identificazione dei componenti di un progetto, ma ne descrive anche i requisiti tecnici e produttivi, quali materiali, prestazioni e procedure operative. Ad esempio, nel caso di un sistema prefabbricato, il sistema di classificazione comprenderà le istruzioni di montaggio, mentre per elementi come un muro in mattoni o conglomerato cementizio, saranno incluse le schede tecniche che definiscono il processo di produzione e installazione.

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I principali sistemi di classificazione nel BIM

Nel mondo del BIM esistono vari sistemi di classificazione, ciascuno creato da comitati di standardizzazione di diversi paesi. Tra i più noti ci sono:

  • Uniclass (Regno Unito)
  • Omniclass (USA), suddiviso in MasterFormat e UniFormat per la classificazione di aspetti produttivi e prodotti da costruzione

In Italia non esiste ancora un sistema di classificazione BIM specifico, e si fa spesso riferimento alla norma UNI 11337-3 per i prodotti da costruzione. Nei capitolati, è comune l'uso di sistemi di classificazione esteri, come Uniclass e Omniclass, mentre software BIM come Revit integrano già librerie di oggetti pre-classificati secondo il sistema Omniclass.

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Formati proprietari e formati aperti

Con l’obbligo nei contratti pubblici di utilizzare formati open, come quelli definiti standard, i sistemi di classificazione sono stati tradotti in dizionari digitali organizzati secondo uno schema gerarchico conforme alla ISO 12006. In questo contesto si inserisce l’IFC (Industry Foundation Classes), un formato aperto fondamentale per il BIM.

L'IFC è progettato per standardizzare la descrizione degli oggetti architettonici, ingegneristici e costruttivi (AEC), permettendo la loro traduzione da formati proprietari a formati aperti. In questo modo, gli oggetti sono descritti in termini di classi, sottoclassi e attributi, facilitando la collaborazione tra software diversi.

Il formato IFC è utilizzato in vari contesti, inclusi il coordinamento progettuale (IFC4) e la gestione del facility management (IFC COBie 2x3), con specifiche aggiuntive come il recente IFC 4.3 per la progettazione ferroviaria.

Esistono anche formati standard correlati che supportano i processi BIM, come il BCF (BIM Collaboration Format), utilizzato per gestire la collaborazione e il controllo delle interferenze tra modelli federati IFC, inclusi i report di verifica.

L’evoluzione verso l’open dictionary 

Con lo sviluppo dei formati open BIM e dei formati correlati per la gestione dei processi, si è evoluto anche il concetto di sistema di classificazione. Ora si punta a una codifica "digitalizzata", con dati raccolti in dizionari digitali come il bSDD (buildingSMART Data Dictionary), un formato standard basato su tecnologia XML.

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Il bSDD, conforme allo standard IFD (International Framework for Dictionaries), è una libreria digitale che raccoglie tipologie di oggetti e i relativi attributi. Il formato IFD identifica in modo univoco gli oggetti del costruito e le loro proprietà specifiche, permettendo una classificazione universale, valida in qualsiasi contesto produttivo.

Ciò significa che ogni sistema di classificazione tradizionale ha un corrispondente nel bSDD, che traduce gli oggetti in un formato digitale conforme allo schema ISO 12006-3. 

Perché standardizzare i sistemi di classificazione?

La standardizzazione consente di identificare in modo univoco gli elementi e i sistemi utilizzati, semplificando i processi di controllo e verifica all'interno dei progetti BIM. Questo è particolarmente rilevante per strumenti come l’IDS (Information Delivery Specification), il formato che progressivamente sostituirà i criteri di controllo attuali, garantendo che i modelli BIM rispettino i requisiti previsti dai Capitolati Informativi.

 

A cura di Arch. Luca Talucci | BIM Manager Descor

 

 

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